EQUIDISTANZE

Ogni estate quando il sole brucia la terra, in un cascinale del settecento, organizziamo delle residenze artistiche a Filetto, in un località a metà fra tanti luoghi, tante province. Spesso ci si dimentica del suburbio, del lontano, del periferico. Ci si ricorda della campagna quando si vuole staccare dal traffico, dalle crisi metropolitane.

Filetto è un luogo di confine, una strada che fila dritta fuori dalla palude imperiale, lontana dal centro attraversando la campagna. Filari di alberi sul viale e il sole che picchia. 

Los Angeles amena coi pioppi al posto delle palme. 

Equidistanze | Residenze Artistiche è una residenza per artistə nata nel 2020 e ospitata in una casa colonica romagnola di fine ‘700

Gli artistə selezionatə tramite bando vivono un periodo di due settimane a stretto contatto con gli organizzatori e le curatrici del progetto, che vivono anch’essi/e, per tutta la durata dell’iniziativa, nella stessa abitazione: questo costituisce un fattore fondamentale per la creazione di un solido rapporto tra artistə, curatorə, opere e, soprattutto, comunità.

Dal 2022 la residenza si è concentrata sulla realizzazione di opere murarie e installative esterne, avvalendosi dell’aiuto dei cittadini del paese e dei paesi limitrofi, incominciando a concretizzare l’idea di un museo a cielo aperto, fruibile tutto l’anno da chiunque, che parli del territorio al territorio.

In questi tre anni siamo riuscite/i a portare moltissimo pubblico dalle città alla campagna, in un luogo che prima non era abbastanza considerato; siamo riuscite/i a far capire ai cittadini le ragioni del nostro progetto e dell’importanza che ha per noi.

Moltə degli artistə coinvoltə hanno lavorato con altre istituzioni del territorio, come il Museo Nazionale di Ravenna, Rete Almagià, il Museo Diocesano di Faenza e altri curatori e curatrici; con alcunə abbiamo iniziato un contratto di collaborazione continuativa per altri progetti.

Per noi, l’inserimento nel mondo lavorativo dei/lle giovani artistə è uno degli obbietivi primari e, con moltə di loro, è stato possibile e proficuo.

Oggi più che mai pensiamo sia necessario riappropriarsi degli spazi lontani dal centro, le periferie così come le aree rurali di confine, luoghi interstiziali spesso dimenticati e spopolati

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